LE MISTIFICAZIONI DELLA VERITÀ GIURIDICA E MATEMATICA DELLA CHAGPT DATATE 13-05-2023

Si dimostra che i sistemi di AI (Artificial Intelligence) sono dei sistemi di IDIOZIA artificiale (Artificial IDIOCRACY) perché non solo danno informazioni false ma, modificando la domanda, danno informazioni contraddittorie.

I sistemi di AI rispondono facendo un’analisi statistica delle risposte che hanno letto e quella prevalente viene presa per vera perché gli hanno impedito l’accesso al web dove potrebbero reperire le informazioni corrette.

Inoltre, se i sistemi di AI trovano nei testi che leggono, ad esempio, un parere che uccidere è lecito, se questa affermazione rappresenta la maggioranza delle affermazioni, gli stessi continueranno a rispondere a precisa domanda che uccidere è lecito sino a spiegazione contraria, ovvero a spiegazione documentata e ragionata che fa fallire gli algoritmi di deep learning, anche tramati, con risposte che i sistemi AI non possono escludere perché hanno elaborato una propria acquisizione di un concetto con dimostrazione inconfutabile.

In altre parole, la risposta dei sistemi di AI è solo di prevalenza statistica.

Puoi, però, contraddirli e spiegare loro quale è la risposta giusta illustrando e argomentando il perché è giusta e, nelle risposte successive, dovrebbero avere appreso: se si insiste alla fine dovrebbero imparare e dare la risposta corretta.

Delle domande sorgono spontanee: 1) CHI DEVE ADDESTRARE L’ALGORITMO PER AVERE LA VERITÀ? 2) L’ALGORITMO PUÒ ESSERE MANIPOLATO DALLE BANCHE?

N.B. sul significato di TRAMATO: gli alberi della ricerca a reti neurali ultimamente sono stati “complicati “con dei feedback di risposta che rendono più intricato il percorso di selezione e scelta delle informazioni. Lo precisiamo perché di solito critichiamo la logica causa effetto lineare che nei sistemi complessi è un errore dato che qualsiasi elemento o agente in sistema complesso è interconnesso con gli altri e al più si ragionare per causa effetto circolare. 

1° DOMANDA: l’articolo 821, comma 3, del codice civile per gli interessi di capitale prevede il regime semplice?

Risposta A di CHATGPT: “L’articolo 821, comma 3 del codice civile italiano si riferisce alla capitalizzazione degli interessi su un prestito, e prevede il regime composto per il calcolo degli interessi di capitale. Il testo dell’articolo 821, comma 3, recita: “Gli interessi convenuti per un periodo non superiore all’anno si presumono capitalizzati alla fine del periodo stesso. Se il periodo supera l’anno, gli interessi convenuti si presumono capitalizzati alla fine di ogni anno.” Ciò significa che, se gli interessi sono convenuti per un periodo non superiore all’anno, si presume che gli interessi siano capitalizzati alla fine del periodo, ma se il periodo supera l’anno, gli interessi convenuti si presumono capitalizzati alla fine di ogni anno, utilizzando il metodo composto. In sintesi, l’articolo 821, comma 3 del codice civile italiano prevede il regime composto per il calcolo degli interessi di capitale, e non il regime semplice”.

Risposta B di CHATGPT: “Mi scuso per l’informazione precedente. L’articolo 821, comma 3, del Codice Civile italiano riguarda gli interessi legali, e non specifica alcun regime di calcolo specifico. Gli interessi legali sono quelli stabiliti per legge e vengono applicati in diverse situazioni, ad esempio in caso di ritardo nei pagamenti o per il calcolo degli interessi compensativi. Tuttavia, il codice civile non specifica il regime di calcolo per gli interessi di capitale, né se debbano essere calcolati in modo semplice o composto. Di solito, il regime di calcolo degli interessi per un prestito o un investimento viene stabilito attraverso contratti o accordi specifici tra le parti coinvolte. È comune utilizzare il regime composto per il calcolo degli interessi su prestiti o investimenti, ma ciò dipende dalla negoziazione tra le parti e dalle norme contrattuali. Pertanto, l’articolo 821, comma 3, del Codice Civile italiano riguarda gli interessi legali, ma non specifica il regime di calcolo per gli interessi di capitale”.

2° DOMANDA: Il piano di ammortamento francese è nel Regime Composto degli interessi?

Risposta di CHATGPT: Sì, il piano di ammortamento francese prevede il calcolo degli interessi nel regime composto. In pratica, con il piano di ammortamento francese, gli interessi vengono calcolati sulla base del saldo del debito residuo alla fine del periodo di riferimento, e questi interessi vengono poi sommati al capitale da restituire per formare la nuova rata. Ciò significa che ogni volta che viene pagata una rata, il debito residuo diminuisce, il che a sua volta comporta un calcolo di interessi ridotto sulla successiva rata. In altre parole, il piano di ammortamento francese prevede che gli interessi maturati in ogni periodo siano sommati al capitale da restituire per formare la nuova rata, e questa procedura viene ripetuta ad ogni scadenza. Questo comporta il calcolo degli interessi nel regime composto, poiché gli interessi maturati in ogni periodo vengono reinvestiti per produrre ulteriori interessi nei periodi successivi. Il piano di ammortamento francese è uno dei metodi più comuni utilizzati per il rimborso dei prestiti e consente di ridurre il debito residuo più rapidamente rispetto al piano di ammortamento lineare, ma comporta anche un costo totale degli interessi più elevato a causa del regime composto.”

3° DOMANDA: Il piano di ammortamento francese è nel Regime Composto?

Risposta di CHATGPT: No, il piano di ammortamento francese non è nel regime composto. Il piano di ammortamento francese è un metodo di rimborso di un prestito che prevede il pagamento di rate costanti, con una parte della rata destinata all’ammortamento del capitale e una parte destinata al pagamento degli interessi. D’altra parte, il regime composto è un concetto che si riferisce a un sistema di equazioni differenziali, alla tassazione sulle plusvalenze da investimenti finanziari o a un sistema economico che utilizza due o più regimi diversi per il commercio. In sintesi, il piano di ammortamento francese è un metodo di rimborso dei prestiti, mentre il regime composto è un concetto matematico, fiscale o economico che ha a che fare con altre situazioni.”

4° DOMANDA: Il piano di ammortamento italiano è nel Regime Composto?

Risposta di CHATGPT: No, il piano di ammortamento italiano non è nel regime composto. Il piano di ammortamento italiano è un metodo di rimborso di un prestito in cui la rata mensile è costante per tutta la durata del prestito e la quota di ammortamento del capitale e di interessi è uguale in ogni rata. In questo metodo di rimborso, il prestito viene ripagato gradualmente, con un costo totale degli interessi che rimane costante per tutta la durata del prestito. Il regime composto, d’altra parte, è un concetto matematico, fiscale o economico che si riferisce a situazioni in cui gli interessi sul prestito vengono calcolati e capitalizzati su base regolare, creando una struttura complessa di dipendenza tra le variabili. In sintesi, il piano di ammortamento italiano non prevede il regime composto, ma utilizza invece un metodo di rimborso più semplice e lineare.”

5° DOMANDA: Il piano di ammortamento italiano è nel Regime Composto degli interessi?

Risposta di CHATGPT: No, il piano di ammortamento italiano prevede il calcolo degli interessi nel regime semplice. Con il piano di ammortamento italiano, gli interessi vengono calcolati sulla base del debito residuo all’inizio di ogni periodo di riferimento, e questi interessi vengono poi divisi equamente tra tutte le rate da pagare. In pratica, ogni rata contiene una quota capitale e una quota interessi, e la quota interessi è calcolata in modo semplice sulla base del debito residuo all’inizio del periodo. Ciò significa che gli interessi maturati in ogni periodo non vengono reinvestiti per produrre ulteriori interessi nei periodi successivi, ma vengono invece divisi equamente tra tutte le rate da pagare. Questo comporta il calcolo degli interessi nel regime semplice, poiché gli interessi maturati in ogni periodo non vengono reinvestiti. Il piano di ammortamento italiano è un metodo di rimborso dei prestiti meno comune rispetto al piano di ammortamento francese, ma può essere utile in alcune situazioni, ad esempio quando si desidera avere un costo totale degli interessi più basso o quando il prestito è di breve durata.”

6° DOMANDA: cos’è il piano di ammortamento lineare?

Risposta di CHATGPT: “Il piano di ammortamento lineare è un metodo di rimborso di un prestito in cui la rata mensile è costante per tutta la durata del prestito e la quota di ammortamento del capitale è uguale in ogni rata, mentre gli interessi sono calcolati sulla base del saldo rimanente del prestito. In pratica, ogni rata del prestito è divisa in due parti: una parte di ammortamento del capitale e una parte di interessi. La quota di ammortamento del capitale è uguale in ogni rata, mentre la quota di interessi è calcolata sulla base del saldo rimanente del prestito. Ciò significa che all’inizio del prestito, la maggior parte della rata consiste di interessi e solo una piccola parte va a ridurre il capitale, ma man mano che il tempo passa, la quota di interessi diminuisce e quella di ammortamento del capitale aumenta. Alla fine della durata del prestito, il prestito viene completamente rimborsato, con un costo totale degli interessi che rimane costante per tutta la durata del prestito. Il piano di ammortamento lineare è un metodo semplice e facile da capire per il rimborso di un prestito, in cui la rata mensile è costante e il costo totale degli interessi rimane costante per tutta la durata del prestito. Tuttavia, questo metodo può essere meno conveniente rispetto al piano di ammortamento francese in cui gli interessi sono calcolati con il metodo composto, poiché la maggior parte degli interessi viene pagata all’inizio del prestito.”

7° DOMANDA: c’è un piano di ammortamento in semplice?

Risposta di CHATGPT: “In genere, quando si parla di piano di ammortamento, si fa riferimento al piano di ammortamento francese o al piano di ammortamento italiano, che sono i due metodi principali utilizzati per il rimborso dei prestiti. Non esiste un piano di ammortamento “in semplice”, ma a volte si può utilizzare il termine “amortization in straight-line” in inglese per riferirsi a un metodo di ammortamento lineare, in cui il rimborso del prestito avviene in modo uniforme nel tempo, senza l’applicazione del metodo composto per il calcolo degli interessi. Tuttavia, il termine “amortization in straight-line” viene utilizzato principalmente negli Stati Uniti, e non è molto diffuso in Italia e in Europa. In generale, quando si parla di piano di ammortamento, si fa riferimento ai metodi di ammortamento francese o italiano, che sono i più utilizzati e conosciuti.”

8° DOMANDA: c’è un piano di ammortamento nel Regime semplice degli interessi?

Risposta A di CHATGPT: Sì, esiste un piano di ammortamento nel regime semplice degli interessi. Con il piano di ammortamento nel regime semplice, gli interessi sono calcolati solo sul capitale iniziale e non vengono reinvestiti per produrre ulteriori interessi nei periodi successivi. In pratica, questo significa che gli interessi maturati in ogni periodo sono calcolati sulla base del debito residuo all’inizio del periodo e vengono divisi equamente tra tutte le rate da pagare. In questo modo, ogni rata contiene la stessa quota di interessi per tutta la durata del prestito. Il piano di ammortamento nel regime semplice degli interessi può essere vantaggioso in alcune situazioni, ad esempio quando si desidera avere un costo totale degli interessi più basso o quando il prestito è di breve durata. Tuttavia, è meno comune rispetto al piano di ammortamento nel regime composto, che è il metodo di rimborso più utilizzato per i prestiti a lungo termine. È importante notare che il piano di ammortamento nel regime semplice può essere utilizzato solo se viene specificato nel contratto di prestito o nell’accordo di finanzi.”

Risposta B di CHATGPT: “Il termine “piano di ammortamento” si riferisce generalmente a una struttura o a un piano di rimborso di un prestito in cui vengono definite le rate e la durata del rimborso. In questo contesto, il piano di ammortamento non è strettamente legato al regime di calcolo degli interessi, che può essere sia semplice che composto. Tuttavia, se ci si riferisce al piano di ammortamento in relazione al calcolo degli interessi nel regime semplice, si può pensare a un piano in cui gli interessi sono calcolati sulla base del debito residuo in ogni periodo e vengono distribuiti in modo uniforme tra le rate, senza applicare il principio del reinvestimento degli interessi. In pratica, con un piano di ammortamento nel regime semplice degli interessi, il calcolo degli interessi si basa sul saldo del debito residuo in ogni periodo, ma non tiene conto del fatto che gli interessi maturati in ogni periodo vengano reinvestiti. Questo significa che gli interessi rimangono costanti per ogni periodo, indipendentemente dal saldo del debito residuo. Tuttavia, è importante notare che l’utilizzo del regime semplice degli interessi nel contesto di un piano di ammortamento può essere meno comune rispetto all’utilizzo del regime composto, poiché il regime composto tiene conto del reinvestimento degli interessi e fornisce un calcolo più preciso del costo totale degli interessi nel tempo“.

VOLUME I sul portale www.youcanprint.it

In questo VOLUME I di 704 pagine si spiegano i PRINCIPI DI MATEMATICA FINANZIARIA BASILARI PER COMPRENDERE I FINANZIAMENTI RATEALI.
In particolare, vi è tutta la costruzione matematica INEDITA di DEVIS ABRIANI sulle diverse ponderazioni dei periodi rateali (Anno Civile Corretto (365/365 e 366/366), Anno Civile Non Corretto (365/365 e 366/365), Anno Misto (365/360 e 366/360), Anno Commerciale (360/360) del Montante in Semplice e Composto, della rata costante posticipata (Francese) in Semplice (in t_0 e in t_m) e Composto (in t_0 e in t_m) e della rata variabile posticipata (Italiano) in Semplice (in t_0 e in t_m) e Composto (in t_0 e in t_m)

VOLUME II sul portale www.youcanprint.it 

In questo VOLUME II di 882 pagine si parla delle CONSEGUENZE GIURIDICHE PER IL MANCATO UTILIZZO DEL REGIME SEMPLICE DEGLI INTERESSI NEI FINANZIAMENTI RATEALI.
In particolare, si illustra: a) l’obbligo giuridico dell’uso della ponderazione dei periodi rateali dell’anno civile corretto spiegata da Devis Abriani nel VOLUME 1 PRINCIPI DI MATEMATICA FINANZIARIA BASILARI PER COMPRENDERE I FINANZIAMENTI RATEALI; b) la prova matematica/empirica che il Regime Composto (“Francese” o “Italiano”) è illecito ex art. 821 c.c.; c) la prova matematica/empirica che unicamente il Regime Semplice con impostazione iniziale in t_0 (“Francese” o “Italiano”) rispetta ad ogni istante temporale l’art. 821 c.c.; d) la prova matematica/empirica che il Regime Semplice con impostazione finale in t_m (“Francese” o “Italiano”) NON rispetta ad ogni istante temporale l’art. 821 c.c.; e) la modalità matematica/empirica corretta giuridicamente per il calcolo della Tentata Truffa e della Truffa Consumata; f) la modalità matematica/empirica corretta giuridicamente per il calcolo della Tentata Truffa Attualizzata da utilizzare per la verifica dell’Usurarietà del contratto; g) la prova matematica/empirica dell’impossibilità di determinazione dell’aliquota dell’indeterminatezza contrattuale del tasso corrispettivo se si usa il Regime Semplice con impostazione finale in t_m a causa dell’asintoto verticale; h) la prova matematica/empirica dei reati di Truffa e Autoriciclaggio di Cassa Depositi Prestiti per i finanziamenti concessi agli Enti locali. 
PARAGRAFO 11 VOLUME II “Tasso corrispettivo: il reato-mezzo di Truffa aggravato ex art. 61, comma 1, n. 2, c.p. dalla connessione con il reato-fine di Usura nei contratti di finanziamento rateale. La problematica conseguenziale del reato societario di Autoriciclaggio e del reato di Estorsione”